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Lo studio è stato condotto da Francesca Miozzi del Dipartimento di Science della Terra e dell’Ambiente dell'Università di Pavia, durante la sua permanenza all’Earth and Planets Laboratory (Carnegie Science), con Université Paris Cite e UCLA.

Laura ha presentato il lavoro "Applicability and limitations of A-DInSAR for monitoring soil volume fluctuations" alla 6th WASWAC World Conference on “Resilient Landscapes: Innovations and Traditions in Climate-Adaptive Soil and Water Conservation”.

Gli 8 partenariati investiranno 45,2 milioni di euro (di cui oltre 20 milioni grazie al contributo di Regione Lombardia). Un sostegno per promuovere la crescita in settori produttivi di avanguardia.

La ricerca è frutto della collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Università degli studi di Pavia, con la collaborazione degli atenei di Perugia e Firenze.

Circa un anno fa, Laura è stata contattata da Aghnia Adzkia, Visual Journalist del BBC East Asia Hub, che stava raccogliendo dati sulla subsidenza, ovvero l’abbassamento del terreno, in 48 città costiere di tutto il mondo.

Giulia Mingardi è dottoranda di ricerca presso l'École Normale Supérieure in co-tutela presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente (“Fiorenzo Mazzi” Experimental Mineralogy Lab) dell’Università di Pavia.

Il premio nasce con lo scopo di selezionare le migliori tesi incentrate sullo sviluppo di soluzioni innovative legate al settore dell’energia geotermica.

La ricerca, frutto dell’ultima spedizione IOPD 402, è a firma, tra gli altri, dell’Università di Pavia e del Cnr-Ismar.

Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell'Università di Pavia, coordinerà il progetto "MADAM - Mobility And Distribution of 'Critical RAw Materials' through the crust".

Si tratta di un pacchetto di software e codici che permettono di trattare dati di sottosuolo, creando modelli 3D di strutture geologiche e che consentono analisi ed operazioni di tipo geologico strutturale.

Conserva orme di anfibi e rettili ma anche piante, semi, impronte di pelle e persino gocce di pioggia fossilizzate.

Un team di geologi, ecologi e biologi delle Università di Pavia, Bari e Urbino sta studiando gli effetti delle microplastiche sugli anellidi policheti del genere Sabellaria, nella più grande biocostruzione dell’area Mediterranea.