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Sfide contemporanee

ITIR Summit 2025 “Sfumature di Blu”: l’Innovazione Trasformativa come guida per il futuro di imprese e società

27 Gennaio 2025
La platea dell'ITIR Summit 2025 al Teatro Fraschini

Si è svolta giovedì 23 gennaio 2025, nella splendida cornice del Teatro Fraschini di Pavia e presso l’Università, di fronte ad una platea di oltre 600 partecipanti, la seconda edizione di ITIR Summit dal titolo “Sfumature di Blu”. Si tratta del convegno annuale organizzato da ITIR, “Institute for Transformative Innovation Research”, Centro di Ricerca interdipartimentale dell’Università di Pavia che quest’anno, oltre a presentare i risultati dell’attività di Ricerca svolta nei 4 MindHub del Centro, ha voluto puntare i riflettori sull’Innovazione Trasformativa, intesa come sinergia fra le tre grandi direttrici di cambiamento del nostro tempo: rivoluzione nei modelli di business, digital transformation e sostenibilità (transizione economica/ambientale/sociale).

Il tema del convegno, “Sfumature di Blu”, stimola una riflessione attorno a tre "ambienti estremi” – lo spazio interstellare, i fondali oceanici e l’intelligenza artificiale – e rappresenta una metafora che invita a riflettere su come le imprese di ogni settore abbiano molto da imparare da ambienti così complessi ed incerti. 

«Il blu dello spazio profondo è spesso considerato l’emblema dell’ignoto e dei limiti dell’uomo, ma è proprio questa tensione verso l’infinito a far nascere molte delle tecnologie che utilizziamo tutti i giorni.» – ha dichiarato il Prof. Stefano Denicolai, Presidente del Centro di Ricerca ITIR, Università di Pavia. «Altrettanto si può dire per i fondali oceanici. Geologia, biodiversità e segreti in fondo al mare stimolano lo sviluppo di tecniche e tecnologie avanzatissime, tra cui nuovi sensori e robotica d’avanguardia, che ispireranno e alimenteranno molte delle innovazioni più straordinarie dei prossimi anni. Per non parlare dell’Intelligenza Artificiale, anch’esso un ambiente estremo ancora poco esplorato e compreso.» 

Una giornata ricca di contenuti e protagonisti d’eccellenza

Durante l’evento, professionisti con esperienza diretta di questi ambiti hanno condiviso le loro conoscenze, offrendo strumenti utili per affrontare le sfide contemporanee. I relatori si sono concentrati sui tre grandi ambiti di ricerca: i fondali oceanici, lo spazio e l’intelligenza artificiale.

Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ha parlato dell’importanza strategica delle tecnologie per il mondo subacqueo che non solo ospitano oltre il 90% delle infrastrutture di rete Internet, ma rappresentano anche una risorsa preziosa per lo sviluppo tecnologico futuro.

Il tema dello spazio è stato affrontato invece da Patrizia Caraveo, astrofisica e dirigente di ricerca dell’INAF che ha spiegato come l’esplorazione spaziale, un tempo prerogativa di enti pubblici come la NASA, stia diventando sempre più un terreno di competizione per le aziende private e presentato i principali trend (tra cui l’ecologia spaziale).

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, Alessandro La Volpe, Amministratore Delegato di IBM Italia, e Valeria Sandei, Amministratore Delegato di Almawave, hanno affrontato le grandi incognite che caratterizzano questo campo. La rapida evoluzione tecnologica, la mancanza di regolamentazioni e la complessità intrinseca hanno reso l’intelligenza artificiale un ambito pieno di incertezze, in cui gli investimenti rischiano di diventare rapidamente obsoleti.

Sono seguite nove sessioni parallele che hanno approfondito temi quali la manifattura del futuro con l’uso di materiali biocompatibili, lo sviluppo di nuove tecnologie, i risultati del C-Level Study e dell’Osservatorio SPIRE su certificazione della ricerca in azienda, la governance e impatto sociale degli investimenti aziendali in arte e cultura, le innovazioni volte a migliorare la salute e affrontare le sfide dell’invecchiamento ed altri ancora. 

Presentato il rapporto “C-LEVEL STUDY”

All’interno della sessione parallela “Da Blue Ocean Strategy ad innovazione trasformativa”, il Prof. Stefano Denicolai ha presentato il nuovo rapporto “C-Level Study 2024”.

L'indagine è stata lanciata nel 2019 allo scopo di analizzare il ruolo dei Chief Innovation Officer (CInO) nelle organizzazioni. Alla luce delle crescenti interconnessioni tra innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, lo studio 2024 estende l'analisi ai Chief Digital Officer (CDO), ai Chief Sustainability Officer (CSO) e a quelle figure “ibride” oggi presenti nelle organizzazioni.

I risultati della ricerca mettono in evidenza le difficoltà delle aziende nel perseguire cambiamenti trasformativi. Tra queste, quella nel guidare cambiamenti significativi nella cultura aziendale e nel bilanciare innovazione tecnologica e modelli di business (indicata dal 73.4% dei manager coinvolti). Molti dirigenti, pur avendo visioni ambiziose, faticano a influenzare la cultura aziendale e a integrare valori e obiettivi tra i vari livelli. Inoltre, si è rilevato che molte aziende non sfruttino appieno i dati, perdendo così un'opportunità importante per accelerare l'innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità.

Un altro aspetto critico emerso dello studio riguarda lo squilibrio nelle priorità tra innovazione, digitalizzazione e sostenibilità, che porta a strategie frammentate e poco efficaci. Per superare queste sfide - c -, è necessario adottare un approccio integrato che unisca questi elementi e favorisca l'adozione di pratiche di open innovation per affrontare le problematiche sociali e ambientali in modo più efficace.

Il numero di donne in ruoli C-Level focalizzati su innovazione e digitalizzazione è ancora troppo basso, sono solo il 14,66% del totale, sebbene vi sia stato un modesto miglioramento nel caso della sostenibilità, dove le donne si attestano al 23,32%. L'età media è aumentata negli anni (gli over 45 sono il 64,46% del totale), ma nonostante i titoli prestigiosi, il 55,22% di essi non occupano posizioni C-Level nel senso stretto, non riportando direttamente al CEO e operando con risorse limitate (solo il 26,71% ha un team con oltre 30 collaboratori). Questo crea una situazione polarizzata, in cui alcune figure sono strategicamente posizionate per guidare cambiamenti significativi, mentre altre non hanno l’autorità o il supporto necessario per farlo. 

Negli ultimi anni, sono state introdotte all’interno delle organizzazioni nuove figure apicali con il compito di guidare la trasformazione digitale e le politiche aziendali verso modelli di business innovativi e sostenibili. Si tratta del Direttore Innovazione (CInO), del Direttore Trasformazione Digitale (CDO), del Direttore Sostenibilità (CSO), nonché delle tantissime “ibridazioni” fra questi ruoli (ad esempio il Chief Digital Innovation Officer oppure Chief Digital Sustainability Officer) analizzate di seguito.

Priorità, obiettivi e sfide 2025 delle figure chiave

Chief Innovation Officer (CInO): negli ultimi anni, pur con l’aumento delle risorse per l’innovazione, è calata la percentuale di Chief Innovation Officer che rispondono al CEO, passando dal 72,46% nel 2019 al 55,33% nel 2023. Lo sviluppo tecnologico-scentifico è sempre più un motore centrale per l’innovazione, diventando una priorità chiave per l’89,8% degli intervistati, con i CInO impegnati non solo nell’adozione di nuove tecnologie (83%) ma anche nella trasformazione aziendale (86,4%) e nel ripensamento di modelli di business e strategie (85,2%). La trasformazione digitale resta una priorità (86,4%), mentre la sostenibilità viene vista come un’opportunità per differenziarsi e creare alleanze, valorizzando l’idea di “sostenibilità aperta.” per il 72,6% degli intervistati. 

Chief Digital Officer (CDO): il 90,2% dei Chief Digital Officer (CDO) guida una digitalizzazione che supera la semplice transizione online, e che mira a trasformare profondamente l’azienda, coinvolgendo modelli di business e cultura organizzativa. Tuttavia, i CDO incontrano difficoltà nell’influenzare lo scopo aziendale e nel valorizzare i dati, spesso sottoutilizzati, tanto che molte aziende faticano a trarne valore concreto. La gestione delle performance digitali (KPI) richiede un approccio integrato, oltre la semplice riduzione dei costi o l’aumento della produttività. La sostenibilità, prioritaria per il 72,8% dei CDO, viene frequentemente vista come uno strumento per migliorare l’immagine aziendale, piuttosto che come una leva per un’innovazione radicale e realmente trasformativa. 

Chief Sustainability Officer (CSO): Il Chief Sustainability Officer (CSO) guida la trasformazione aziendale attraverso la sostenibilità, ridefinendo modelli di business e valori per creare connessioni significative con stakeholder interni ed esterni. Il concetto di "open sustainability", ispirato all’open innovation, emerge come approccio per sviluppare soluzioni collaborative e rappresenta una priorità per l’84,4 dei rispondenti. La sostenibilità è quindi vista come un’opportunità strategica per differenziarsi, più che come un semplice miglioramento delle pratiche esistenti. Tuttavia, rispetto ad altre figure apicali come i Chief Innovation Officer (CInO) o i Chief Digital Officer (CDO), i CSO attribuiscono minore urgenza alla trasformazione digitale (è una priorità per il 75% dei manager) e, il 60,2% di questi riconosce la carenza di una cultura basata sui dati e sulla loro valorizzazione, cruciale in altre aree aziendali.

L’indagine, condotta tra il 2023 e il 2024, ha coinvolto inizialmente 563 rispondenti validi, C-Level di imprese medie e medio-grandi con la funzione di Chief Innovation Officer (88%), Chief Digital Officer (74%), Chief Sustainability Officer (34%) e responsabili di Innovazione, Trasformazione Digitale e Sostenibilità. Sono stati inoltre invitati a partecipare i Chief Innovation Officer che avevano preso parte alle edizioni del 2019 e del 2021 dello studio. Il campione è stato suddiviso in categorie per facilitare i confronti e garantirne la rappresentatività. Infine, il database è stato integrato con dati secondari (settore, fatturato, dipendenti) utilizzando il dataset Orbis.

Il programma completo di ITIR Summit 2025 è disponibile alla pagina dedicata al Summit del sito ITIR.  

Per ulteriori informazioni sul Centro di Ricerca ITIR – Università di Pavia, è possibile visitare il sito ITIR.