Progetto HER GAME: lo sport come veicolo di integrazione, inclusione e pari opportunità

Dal 7 al 16 febbraio 2025 si è svolto a Dhiffushi il progetto HER GAME: play like a girl, un progetto finalizzato a promuovere l'empowerment di bambine e adolescenti attraverso il calcio femminile, affrontando le sfide e le esigenze specifiche delle comunità coinvolte.
Questa iniziativa è promossa da Fondazione NALA e realizzata in collaborazione con Dertona Calcio Giovanile e il Laboratorio di Educazione Alimentare e Nutrizione Sportiva del Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia.
L’obiettivo è di introdurre il calcio in contesti dove, a causa di fattori culturali, religiosi e sociali, l'accesso delle bambine e delle ragazze a questa disciplina è limitato o completamente assente. Oltre a insegnare abilità sportive, il progetto mira a promuovere valori fondamentali come inclusione, rispetto e leadership tra le partecipanti, contribuendo a un cambiamento positivo e duraturo a livello sociale e culturale.
Il progetto ha coinvolto bambine e adolescenti dai 6 ai 17 anni, che hanno avuto l'opportunità di partecipare a camp, sessioni di allenamento, incontri educazionali con dietista e psicologo e attività ludico-sportive finalizzate allo sviluppo delle loro abilità fisiche, cognitive e sociali attraverso il calcio femminile.
Una parte del progetto è stata inoltre dedicata a giovani donne adulte che desideravano diventare allenatori di calcio femminile e hanno beneficiato della formazione e del supporto offerti dal progetto, acquisendo competenze pratiche e teoriche per sostenere e motivare le giovani giocatrici.
HER GAME è stato coordinato da Valeria Vacchini (terapista della neuro-psicomotricità dell’età evolutiva e presidente di Fondazione NALA) e da Elena d’Elia (coach UEFA-D), con la partecipazione di altre due allenatrici, Marina Ranaldo (coach UEFA-C) e Alessandra Vigotti (coach UEFA-B), della dietista Monica Guglielmetti (dietista del Laboratorio di Educazione Alimentare e Nutrizione Sportiva e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia) e dello psicoterapeuta Luca Capone.
L’augurio è che quello appena terminato sia solo l‘inizio di un percorso più ampio da estendere ad altre realtà e che rappresenti il primo passo di una collaborazione continuativa e proficua con la popolazione maldiviana, con l’obiettivo di raggiungere l’empowerment di queste giovani ragazze.