Che lingua si usa per raccontare l’arte alle persone cieche?

Sono iniziati a luglio 2024, e continueranno a ottobre, i sopralluoghi con studenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia presso il Museo tattile di pittura antica e moderna Anteros per raccogliere dati sulla natura linguistica delle istruzioni fornite da guide esperte per rendere accessibili le esplorazioni tattili di riproduzioni di famose opere d’arte rivolte a persone cieche e ipovedenti.
Il Museo Anteros, con sede nel palazzo dell'Istituto dei ciechi "Francesco Cavazza", a Bologna, e curato dalla dott.ssa Secchi, ha il triplice obiettivo di educare all'uso integrato dei sensi residui in presenza di deficit visivo, di rafforzare le facoltà percettive, cognitive e intellettuali delle persone disabili della vista, e di educare la sensibilità delle persone normovedenti.
Il Museo organizza visite e percorsi guidati in cui il visitatore viene indirizzato verbalmente a riconoscere, attraverso l’uso consapevole del tatto, gli aspetti salienti di importanti opere d’arte.
Grazie al Cofinanziamento di Ateneo per attività di ricerca sul campo in ambito umanistico, ha preso avvio un progetto coordinato dalla prof.ssa Elisa Perego volto a raccogliere dati sul campo utili per tracciare un profilo linguistico dettagliato del testo procedurale-narrativo che accompagna l’esperienza esplorativa.
Si tratta di un tipo di testo ancora poco esplorato specialmente nella sua forma più naturale, ovverosia quella veicolata spontaneamente (o live, dal vivo vs. pre-recorded, registrata e fruita in forma di audioguida) e a contatto diretto con l’utente finale che ha esigenze speciali.
Attraverso la registrazione e la trascrizione delle tracce verbali prodotte da guide esperte si sta raccogliendo un corpus di dati linguistici che costituirà il punto di partenza per un’analisi quantitativa e qualitativa volta a restituire alla comunità scientifica risultati cui attingere per comprendere meglio i meccanismi testuali, le mosse comunicative e le norme linguistiche di questo genere testuale, anche in una prospettiva contrastiva italiano-inglese.
La rielaborazione di tali riflessioni scientifiche si concretizzerà poi in linee guida concise, strategiche e flessibili in lingua inglese (lingua franca anche di questo settore della ricerca) destinate a supportare i professionisti della comunicazione museale accessibile nella scelta dei comportamenti linguistici più adeguati per rendere l’esplorazione tattile efficace e gratificante.
Infine, gli spezzoni più rilevanti delle videoregistrazioni saranno usati per creare contenuti audiovisivi innovativi con finalità didattiche incentrate sull’acquisizione di competenze linguistiche (con un focus sulla lingua inglese) e traduttive (con un focus sulla sottotitolazione in italiano e in inglese).
In collaborazione con il Centro Studi Officine Creative, parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Pavia, alla raccolta di dati linguistici sul campo affiancheremo una raccolta di filmati che confluiranno in due documentari sul Museo e la sua missione; uno a carattere informativo-divulgativo, e uno a carattere decisamente sperimentale, volto a enfatizzare gli aspetti emotivi ed estetici legati all’esplorazione tattile.
