Lo sviluppo delle diverse abilità negli sport di racchetta: il Blind Tennis
Dall’anno accademico 2024-25 è stato introdotto, presso l’Università di Pavia, più precisamente all’interno del corso di laurea magistrale di “Scienze e tecniche dell’attività motoria preventiva ed adattata” (Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense), il primo corso multiracchetta in Italia, inserito nel piano di studi al primo anno magistrale, quarto anno accademico, tenuto dal professore, Ing. Luca Villa già docente di Ingegneria Gestionale al secondo anno magistrale della sede distaccata di Voghera.
In concomitanza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità si è scelto di dedicare una lezione al superamento delle barriere visive negli sport di racchetta e nello specifico nel tennis, parlando di "blind tennis", tennis per atleti non vedenti o ipovedenti.
Gli esperti dell’associazione BIONSAINT in collaborazione col Professor Villa hanno introdotto il tema della disabilità nel mondo degli sport di racchetta, al fine di formare gli studenti ad affrontare le sfide legate al superamento della disabilità visiva, comprendendo il valore dello sport come strumento d’inclusione, di educazione e avvicinamento alle disabilità.
Gli obiettivi formativi dell’intervento sono stati:
- Sensibilizzare sull’esperienza delle persone con disabilità visiva e insegnare i corretti metodologie di approccio verso tale utenza.
- Imparare tecniche base del blind tennis da divulgare nel prossimo futuro ingresso nel mondo del lavoro sportivo.
- Fornire metodi e modelli didattici per sviluppare empatia, comunicazione e collaborazione attraverso esercizi pratici.
La lezione ha avuto inizio con un approccio cinestesico volto a far immedesimare gli studenti nella condizione di partenza degli atleti non vedenti o ipovedenti; gli studenti hanno indossato una mascherina nera per coprire in modo totale gli occhi e gli esperti (ipovedenti ndr) hanno iniziato a parlare cercando di stimolare le “diverse abilità” degli studenti al fine di identificare tramite la percezione non visiva: età, altezza e genere degli esperti utilizzando solo i canali auditivi.
Il secondo step formativo ha avuto come obiettivo la presa di coscienza delle dinamiche della disabilità visiva approcciandosi (sempre con occhi coperti dalla mascherina) alle sfide quotidiane su come orientarsi e identificare persone e\o oggetti, ponendo l’attenzione sull’importanza dell’autonomia e dell’uso di tecnologie assistive.
Il messaggio da veicolare negli studenti al fine della loro formazione accademica è che lo sport è un veicolo d’inclusione e consapevolezza.
Al fine di raggiungere tale obiettivo vengono utilizzati esercizi pratici quali il formare una V in gruppo; gli studenti del primo anno magistrale sono stati divisi in gruppi e con gli occhi bendati hanno dovuto raggiungere l’obiettivo di disporsi per formare coi propri corpi una lettera V dovendo sviluppare una serie di competenze tra cui:
- Imparare a comunicare senza l’uso della vista.
- Riconoscere l’importanza della fiducia reciproca.
- Superare le difficoltà iniziali legate ad orientamento e coordinazione.
Terminata la parte legata alla presa di coscienza delle diverse abilità si è passato all’analisi della didattica di base del blind tennis introducendo:
- Quali sono gli strumenti necessari per praticare questo sport.
- Come impugnare correttamente la racchetta.
- Come percepire il suono della pallina per orientarsi (la pallina è dotata di un sonaglio interno che al rimbalzo emette un suono in grado di segnalare la posizione, il rimbalzo e la velocità della palla).
Una volta individuate le necessità di base sono iniziate le attività pratiche al fine di rendere edotti gli studenti sull’apprendimento cinestesico e auditivo delle diverse abilità dividendo gli studenti n gruppi di 4 dove due studenti lanciavano le palline e due, bendati, cercavano di colpirle. Dopo un inizio incerto tutti gli studenti hanno imparato a muoversi e orientarsi grazie al suono della pallina e ai comandi vocali dei propri partner didattici.
L’esercizio pratico successivo si è svolto con l’obiettivo di prendere coscienza delle mancanze legate all’ipovedenza (indossando appositi occhialini) al fine di sviluppare ‘abilità diverse’.
Gli esercizi proposti hanno previsto scambi di palla tra i diversi lati del campo, alternandosi prima con un solo atleta con occhialini per ipovedenza e successivamente con entrambi gli studenti con caratteristiche di ipovedenza.
Tutti gli studenti hanno dovuto mettersi in gioco al fine di completare la visione parziale dovuta agli occhialini ipovedenti sviluppando maggiore attenzione e concentrazione.
Alla fine gli studenti si sono cimentati in un vero e proprio torneo di blind tennis per ipovedenti con 16 partecipanti e con formula tabellone vincenti-perdenti con partite ti-break ai 7 punti dove Agostino ha prevalso in finale al punto decisivo su La Rosa.
Il torneo si è svolto promuovendo uno spirito volto all’inclusione e al divertimento componenti essenziali per la futura didattica in ambito sportivo sia dilettantistico che professionistico.
In sintesi gli studenti a fine lezione hanno recepito come feed back didattico :
- Le sfide in ambito formativo legate alle persone con disabilità visiva.
- L’importanza della comunicazione e del lavoro di squadra.
- Come lo sport può abbattere barriere e creare empatia.
Gli stessi studenti ormai a fine percorso formativo e prossimi alla laurea magistrale hanno manifestato la volontà di diffondere l’inclusione nello sport e nella vita quotidiana così come indicato dalle linee guida europee, ormai ampiamente recepite al livello nazionale.
Per rimanere aggiornati sullo sviluppo del corso o per qualsiasi altra informazione potete contattare il professor Villa all’indirizzo luca.villa@unipv.it.