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Etnomusicologia

La musica dei popoli torna a Cremona: al via la XII edizione di "Dal locale al globale" di Fulvia Caruso

5 Novembre 2025
Articolo aggiornato:
Nicola Scaldaferri mentre suona la zampogna
Nicola Scaldaferri, etnomusicologo esperto – tra le altre cose – di zampogne del sud Italia.

Grazie alla generosità della Fondazione Walter Stauffer anche quest’anno avrà luogo la rassegna di lezioni-concerto "Dal locale al globale" presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, con sede a Cremona. Si è ormai giunti alla XII edizione.

Come di consueto la rassegna vedrà cinque lezioni-concerto che alterneranno musicisti della tradizione popolare italiana a musicisti delle tradizioni orali straniere, alcuni al mattino, altri al pomeriggio per consentire sia alle scuole sia alla popolazione adulta di usufruire di queste occasioni uniche di incontro musicale. Si inizia il 27 novembre con Harris Lambrakis, che ci introdurrà alle musiche del nord della Grecia. Si proseguirà il 4 dicembre con Nicola Scaldaferri, etnomusicologo esperto – tra le altre cose – di zampogne del sud Italia, e si concluderà la serie di concerti del 2025 il 18 dicembre con il duo Valla-Scurati, magistrale esecutore di musiche delle Quattro Provincie. Nel 2026 la rassegna riprenderà a marzo con due incontri imperdibili: le Nuove quattro colonne, che presenteranno un particolarissimo repertorio multivocale di Rovigno d’Istria; e si chiuderà con Tarq Abu Salam, fine suonatore di oud, che introdurrà alla musica tradizionale della Palestina.

Obiettivo di questa rassegna è di accentuare il potere della musica di viaggiare e abbattere confini geografici e culturali. Tradizioni che nascono e si radicano in un luogo, ma che viaggiano con le persone, e dialogano con altre musiche. Segni di appartenenza e allo stesso tempo di dialogo.

Musiche diverse che sicuramente ci racconteranno storie simili e in alcuni casi anche sonorità simili, frutto di storie comuni, di confini variabili, confini politici ma non culturali.

Haris Lambrakis mentre suona flauto tradizionale
Crediti immagine
John Kelman
Haris Lambrakis.

Esempio perfetto ne è proprio l’evento di apertura di Harris Lambrakis (27 novembre alle 17:00), incentrato sulle musiche delle "Nuove Terre" (Epiro, Macedonia e Tracia), annesse alla Grecia tra il 1913 e il 1920. L'integrazione di queste regioni ha portato nell'insieme della "musica greca" una moltitudine di nuove tradizioni, acuite dallo scambio di popolazioni del 1923, poiché molti nuovi abitanti giunsero nella regione dall'Asia Minore, dal Ponto, dalla Tracia orientale e dai Balcani. L'analisi si concentrerà in particolare sul suono degli strumenti a fiato tradizionali (zampogne, zurnas, kavali, tzamara, clarinetto, sassofono, tromba), strumenti che testimoniano sia il passato pre-bellico sia il presente in costante mutamento di queste musiche.

Il filo conduttore degli strumenti a fiato è il cuore anche del secondo incontro della rassegna, che avrà luogo il 4 dicembre alle 10:30. Nicola Scaldaferri, professore associato di Etnomusicologia della Statale di Milano e fine musicista, che attraverso la partecipazione sonora agli eventi li comprende e studia dall’interno. In questo incontro introdurrà alle sonorità degli aerofoni policalami ad otre del sud Italia. Qui la ricchezza di tradizioni musicali e organologiche è tutta concentrata in un luogo anch’esso ricco di incontri tra popoli, non ultimi gli arbëresh, albanesi presenti in Italia dalla fine del Quattrocento. 

Il focus di entrambi gli incontri, dunque, sarà sulla capacità delle musiche, nella loro costante mutazione, di mantenere una caratteristica fondamentale: unire le persone e creare legami, creare comunità, trasferire e realizzare il rapporto con il vecchio e creare il nuovo.

Come sempre, oltre che incontri musicali, saranno anche incontri umani, in cui i musicisti oltre a condividere con il pubblico la loro musica, daranno un particolare accento alla loro esperienza personale di vita musicale. Cosa li ha spinti a scegliere un repertorio e/o uno strumento anziché un altro? Cosa li spinge a praticare una musica? Come hanno appreso quella specifica tradizione musicale? Queste sono solo alcune delle domande che si sentiranno fare da Fulvia Caruso, docente di Etnomusicologia e ideatrice della rassegna, da Alessio Giuricin, co-organizzatore di questa rassegna, e da chiunque del pubblico voglia fare domande. 

Le lezioni-concerto sono ad ingresso libero e gratuito e per chi non potesse partecipare in presenza, sarà disponibile la diretta sul canale YouTube del Dipartimento. La diretta rimarrà a disposizione per la visione anche dopo l’evento. 

Per qualsiasi domanda scrivere all’indirizzo dallocalealgolbale@gmail.com.