I risultati delle campagne 2023-2024 degli scavi archeologici dell’Università di Pavia presentati all’Oxford Anatolian Seminar e al Getty Center, LA

Gli scavi archeologici dell’Università di Pavia presso il sito di Niğde Kınık Höyük in Cappadocia meridionale hanno raggiunto nel 2024 la loro XIV campagna. Dal 2022 gli scavi sono supportati da un apposito Fondo Rettorale per supporto all’attività archeologica del Dipartimento di Studi Umanistici del nostro Ateneo.
Il sito di Kınık Höyük è un sito a monticolo che preserva successive fasi insediative di una antica città occupata dall’età del Bronzo antico fino alla tarda età ellenistica (ca 3000-30 BC); le tracce insediative successive - di età romana, selgiuchide e ottomana -, sono da considerarsi sporadiche e per i periodi più tardi stagionali.
Un rapporto preliminare sui risultati delle ultime tre campagne è in corso di stampa presso la rivista Athenaeum, ma i risultati più significativi sono in corso di presentazione a convegni e conferenze in Italia e all’estero.
Negli ultimi due anni è stato particolarmente importante il ritrovamento di un piccolo ma significativo numero di cocci inscritti in alfabeto frigio. I frammenti iscritti provengono dal settore di scavo A2, corrispondente alla parte nord della citadella che si cela sotto il monticolo al centro del sito; più specificamente, essi provengono tutti da un medesimo contesto archeologico che può essere datato sulla base dei materiali archeologici e dei campioni al C14 alla parte centrale del VIII sec. a.C.
La scrittura alfabetica da cui derivano i nostri alfabeti oggi ha origine nel Levante e si sviluppa solamente in quella regione fino all’800 ca a.C. Le iscrizioni di Kınık Höyük in Anatolia che datano all’VIII secolo fanno dunque parte del numero della le prime iscrizioni in scrittura alfabetica che provengono da un’area esterna al Levante, come le iscrizioni rinvenute nell’Egeo e nel Mediterraneo centrale e orientale. Si tratta quindi di un contesto che ci mostra le modalità di diffusione della scrittura alfabetica dal suo contesto di origine, la costa levantina verso le altre regioni del Mediterraneo.
La tipologia dei manufatti ceramici su cui le iscrizioni sono state rinvenute e il contesto archeologico supportano una ricostruzione per cui la diffusione dell’alfabeto non sia legata agli scambi commerciali né a migrazioni ma più probabilmente all’emulazione di rituali simpotici esclusivi con cui si andavano definendo le nuove elites politiche del Mediterraneo e dell’Anatolia tra la fine dell’VIII e la prima parte del VII secolo a.C.
Questi importanti risultati sono in corso di presentazione in questi giorni presso due prestigiose istituzioni: venerdì 28 febbraio una prima comunicazione più generale sull’impatto dei risultati degli scavi a Kınık Höyük è stata presentata all’interno del Oxford Anatolian Seminar, mentre una seconda comunicazione specificamente dedicata alle evidenze relative alla diffusione della scrittura alfabetica è stata presentata mercoledì 5 marzo al Getty Center come risultato del Getty senior scholar award ricevuto dal Prof. Lorenzo d’Alfonso per l’anno accademico 2024-25. Entrambi sono stati trasmessi anche online, e il secondo, registrato, sarà reso disponibile al pubblico tra qualche mese negli archivi delle conferenze del Getty center.