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Museo Diocesano di Pavia

Mostra "La cura dell’uomo"

Dal 10 maggio al 25 maggio 2025
Articolo aggiornato: 6 Maggio 2025
Opera "Corpo anatomia" di Mino Ceretti
Crediti immagine
Foto di Luca Preziosi
Mino Ceretti, Corpo anatomia, 1959, olio su tela, 90x80.

Dal 10 maggio al 25 maggio 2025, presso il Museo Diocesano di Pavia, negli orari di apertura dello stesso, sarà visitabile la mostra "La cura dell’uomo".

Un racconto per immagini volto a comprendere, in continuità con la mostra dello scorso autunno, “L’epoca fragile?”, le diverse forme della cura necessarie per la rigenerazione dell’umano. 

Attraverso una quarantina di opere d'arte (all'interno del percorso espositivo saranno presenti, tra gli altri, dei quadri di Banksy, di Domenico Paladino, di Bruno Ceccobelli, di Giorgio de Chirico, di Gino de Dominicis, oltreché alcuni di Alain Arias Misson, di Ai Wewei, di Lamberto Pignotti, di Luigi Tola e di Renato Guttuso) verranno presentati in cinque tappe i differenti modi in cui, concretamente, si articola la cura dell’essere umano.

Il racconto prenderà le mosse dalla cura del corpo, ospitando un progetto del Policlinico San Matteo, "Di testa mia. L'arte come terapia", ossia una serie di pezzi realizzati dai pazienti di oncologia pediatrica per riflettere sul dolore fisico, sulla sofferenza della mente e sulle prospettive di cura/guarigione cui la medicina, anche con le sue nuove acquisizioni, ci mette dinanzi, per poi passare, nella seconda tappa, alla cura dell'anima o del sé (l'interiorità di ciascuno di noi), mettendo a tema l'importanza di alcune parole oggi purtroppo dimenticate, quali relazionalità, amicizia, amore, compassione, solidarietà e affini, di contro a violenza, legge della forza, imposizione e sopraffazione, corrispondenti a disposizioni virtuose da recuperare per ben vivere.  

A seguire, nella terza sezione, ci si soffermerà sull'importanza della cura dell'altro, di tutti gli altri: della cura, cioè, dell'altro per provenienza, dell'altro per cultura, dell'altro per religione, dell'altro per posizione sociale o censo e dell'altro per età, concentrando quindi l'attenzione, rispettivamente, su concetti quali accoglienza, dialogo interculturale, dialogo interreligioso, generosità e dialogo intergenerazionale. 

Nella quarta tappa, invece, a entrare in scena sarà la (buona) politica come arte della cura del mondo, verso la pace, nonché come quell'arte della cura che rende possibile il prendere ordinatamente ed efficacemente forma, sotto il suo coordinamento, di tutte le altre arti della cura. 

Infine, nel quinto e ultimo passaggio, in chiusura del percorso espositivo, si riporterà l’attenzione sull'arte come linguaggio della cura integrale dell'uomo: è proprio grazie ad essa, infatti, che il nostro sguardo distratto, provocato dall'opera, viene riportato, proprio mediante l'opera stessa, all'essenziale, 'costretto' così alla riflessione sui temi decisivi dell'umano, cui l'arte inevitabilmente ci rimanda, avviando parallelamente a questo sforzo di pensiero stimolato dall'estetica una presa di consapevolezza e un rinnovamento interiore che può finire con il tradursi anche in un impegno etico e politico rigenerante. 

Il progetto curato dal Prof. Filippo Moretti e dall’Ammiraglio Giosuè Allegrini, è il frutto di una cooperazione di diversi enti del nostro territorio, segnatamente l’Associazione Culturale Convivio, la Fondazione Museo Diocesano di Pavia, l’Università di Pavia, l’EDiSU, il Collegio Fratelli Cairoli in particolare, il Policlinico San Matteo, Fabbrica Poggi, la Diocesi di Pavia, il Comune di Pavia, la Provincia di Pavia, realizzata con il patrocinio oneroso della Fondazione Monte di Lombardia, della Fondazione della Comunità, del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pavia e dell’EDiSU.