Il metodo normale: l'itinerario di una didattica che ha unito l'Europa
Il 7 novembre 2024 si terrà al Collegio Ghislieri di Pavia il convegno dal titolo "ll metodo normale: l’itinerario di una didattica che ha unito l’Europa" a cura di Monica Ferrari (Università di Pavia) e di Maurizio Piseri (Università della Valle d’Aosta).
Il comitato scientifico è composto, oltre che da Ferrari e Piseri, da Matteo Morandi e Simona Negruzzo (Università di Pavia).
«Con questo convegno internazionale si vuole affrontare una questione cruciale per la storia dell’educazione e della didattica – spiega la prof. Ferrari – . L’idea di base è quella di discutere insieme sull’importanza del metodo normale per le istituzioni educative tra XVIII e XIX secolo e per l’ organizzarsi dei sistemi scolastici nazionali europei, nel divenire delle pratiche didattiche alle quali si deve prestare attenzione, tra le mille derive che le caratterizzano, sempre in prospettiva europea, tra passato e presente e con uno sguardo al futuro».
Nell’Europa occidentale la volontà dei gruppi dirigenti dei vari Stati nazionali di dare al popolo una istruzione elementare si sviluppa in linea di massima a partire dalla fine del ‘700, com’è confermato dalle varie iniziative intraprese, in alcuni Paesi, sul piano legislativo e istituzionale e da quelle private di tipo filantropico. La formalizzazione di istituzioni pubbliche destinate a preparare gli insegnanti va inquadrata nel contesto della politica di riforme intraprese in alcuni Stati europei nella seconda metà del ‘700. Il termine normale derivava probabilmente dall’uso fattone dall’abate Felbiger che, nel 1774, aveva chiamato il suo collegio per insegnanti, in Slesia, Normalschule.
L’appellativo normale è riproposto in Francia, dove nel 1795 è istituita la prima scuola secondaria pubblica destinata alla formazione degli insegnanti primari.
Nella prima metà dell’800 è soprattutto la Prussia a vantare iniziative di avanguardia nel campo della formazione magistrale, grazie anche all’influenza delle idee innovatrici di Johann Heinrich Pestalozzi, pedagogista e riformatore del sistema scolastico. Nell’Italia pre-unitaria le prime scuole normali vengono istituite in Lombardia per iniziativa dell’educatore padre Francesco Soave che aveva cercato di adattare alle esigenze locali il metodo normale del pedagogista Johann Ignaz von Felbiger, e nel Regno di Napoli, presso la Scuola nautica di Sorrento, ad opera della Congregazione dei Celestini.
La necessità di formare una classe magistrale, fino ad allora inesistente, è avvertita anche in Piemonte: a Torino, Domenico Berti istruisce privatamente nella sua casa un gruppo di giovani donne. Un carattere laico e riformatore ha un’altra esperienza piemontese riservata alla formazione dei maestri primari, e cioè la scuola di metodo istituita dal pedagogista Ferrante Aporti.
La legge Casati (13 novembre 1859), che ridefinisce l’assetto dell’intero sistema scolastico, rielabora anche la fisionomia dell’istruzione normale per la formazione dei maestri elementari. I regolamenti Mamiani (24 giugno 1860) e De Sanctis (9 novembre 1861) ne precisano l’ordinamento, ormai esteso a tutto il territorio nazionale.