Links condivisione social
Collegio F.lli Cairoli

Il clima e la salute respiratoria

6 novembre 2025
Articolo aggiornato:
Collegio Cairoli, dettaglio della facciata

Giovedì 6 novembre 2025, alle ore 18:00, presso il Collegio Cairoli di Pavia, si terrà l'incontro "Il clima e la salute respiratoria".

L’American Thoracic Society in occasione della Giornata del Polmone del 2025 ha affermato: healthy lungs, healthy life che già ad un primo esame sembra quasi una tautologia. La collocazione centrale dei polmoni come organo di scambio tra gas respiratori (soprattutto Ossigeno e Anidride carbonica), i rapporti molto stretti, topografici e funzionali, con il cuore, le funzioni di regolazione anche immunitaria che svolgono in varie circostanze e il pregnante apporto al mantenimento delle funzioni vitali rendono la citazione sopra riportata quanto mai reale. A tutto ciò si aggiungano almeno due altri elementi: l’enorme superficie sviluppata dai polmoni, un tempo calcolata ampia quanto un campo da tennis e la connessione diretta attraverso le vie respiratorie con l’ambiente esterno. È pertanto facile immaginare che vi sia un rapporto molto stretto tra le modificazioni in quella sede e i riflessi diretti e indiretti sulle funzioni respiratorie nella loro accezione più ampia.

Alla luce di quanto si osserva comunemente possiamo dire che le variazioni climatiche sono lo specchio delle alterazioni ambientali che stiamo vivendo con inevitabili ripercussioni sulla salute in generale e su quella respiratoria in particolare. È ormai assodato che le attività umane hanno alterato, talvolta in modo permanente, gli ecosistemi terrestri e la produzione di gas serra, tra i quali si possono annoverare Anidride Carbonica, Metano, Ossidi di Azoto, Ozono. Essi contribuiscono in modo determinante a un innalzamento progressivo della temperatura che provoca fenomeni i quali vanno ben oltre l’affermazione spesso ricorrente secondo la quale “In estate ha sempre fatto caldo”. Pur senza soffermarsi su particolari noti è purtroppo facile ricordare le alluvioni, gli incendi, l’innalzamento del livello del mare, i nubifragi, le ondate di calore, la siccità estrema, lo scioglimento dei ghiacciai, gli uragani. Ognuno di questi eventi comporta indubitabili ripercussioni sulla nostra salute sia attraverso fenomeni di riacutizzazione di patologie a decorso cronico, sia causando nuovi quadri clinici a decorso acuto come ad esempio polmoniti a varia eziologia. Alcune patologie, come l’asma e le broncopneumopatie croniche ostruttive, che risentono più di altre del rapporto diretto tra polmoni ed ambiente esterno presentano inequivocabili segni di peggioramento sia nel loro decorso cronico, sia nella frequenza delle loro riacutizzazioni. Anche la comparsa di neoplasie in soggetti non fumatori ha trovato solidi agganci scientifici nelle persistenti modificazioni ambientali.

L’elenco sarebbe ancora più lungo, ma sembra giusto non fermarsi unicamente a citazioni cliniche perché altre conseguenze, questa volta di tipo socio-economico, sono ascrivibili a situazioni derivanti da ciò a cui si è sinteticamente accennato. Non si può infatti sottacere l’appesantimento delle condizioni di vita a carico di questi malati e delle loro famiglie, soprattutto tra le comunità più svantaggiate, che traggono ulteriori minacce anche da quello che viene definito inquinamento domestico collegato a fonti di riscaldamento o all’uso di carburanti inidonei per riscaldamento e cottura dei cibi. La somma dei vari fattori a questo punto si trasforma in un moltiplicatore di effetti diretti e indiretti del tutto minacciosi per l’intera collettività.

Ben si comprende quindi che l’acquisizione e la presa d’atto di queste situazioni deve fungere da leva nei confronti di tutti i cittadini perché possano sviluppare comportamenti idonei a garantire condizioni di vita accettabili. Ai decisori invece spetta l’obbligo di guidare la collettività verso un avvenire migliore ricorrendo a provvedimenti utili, necessari, a volte sgradevoli, ma ispirati al benessere generale.