Dei delitti e delle pene, questioni di metodo e di ricerca
Stigmatizza gli errori e i rigori eccessivi del diritto e della procedura penale in vigore nel suo tempo. Auspica l’uguaglianza delle pene per tutti i cittadini, la pubblicità dei giudizi, l’abolizione della tortura, la limitazione della pena di morte a casi eccezionali, l’abolizione del giuramento di dire la verità e l’introduzione del principio del danno subito dalla società come misura del delitto, con il conseguente derubricamento di crimini quali la lesa maestà divina, la blasfemia, l’eresia, il suicidio, l’omosessualità.
Lo spirito illuminista dei princìpi contenuti nel breve saggio Dei delitti e delle pene regalò vasta popolarità al suo autore, il milanese Cesare Beccaria. L’opera venne scritta in italiano e pubblicata anonima nel 1764; due anni dopo, rivista dall’autore e tradotta in francese dall’abate André Morelle, circolò ampiamente in tutta Europa ed esercitò grande influsso sulla legislazione penale dei principi riformatori.
Il prof. Gianni Francioni, già ordinario di Storia della filosofia all’Università di Pavia, ha sviluppato buona parte della sua attività di studio e di ricerca intorno alla storia della filosofia dell’Illuminismo, con particolare riferimento a quello lombardo, al quale ha dedicato numerosi contributi e edizioni di testi.
La ricorrenza dei 260 anni dalla pubblicazione del saggio che, nel cuore del Settecento europeo, ha rivoluzionato il diritto penale, diventa ora occasione di una riflessione approfondita che il prof. Francioni, con il supporto dell’Università di Pavia e del Collegio Ghislieri, ha programmato per giovedì 7 novembre 2024 a partire dalle ore 17:00 nell’aula Bernardi del Collegio.
Leggere “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria: questioni di metodo e prospettive di ricerca è il tema intorno al quale dibatteranno, con Francioni, Philippe Audegean (Université Sorbonne, Paris), Dario Ippolito (Università di Roma Tre), Gianvito Brindisi (Università della Campania Luigi Vanvitelli).