Alla scoperta della medicina pavese nel Palazzo Botta e nel Palazzo Centrale dell’Università di Pavia
A partire dal 15 luglio e fino al 1° settembre 2024, il Museo per la Storia dell’Università di Pavia effettuerà la chiusura estiva, durante la quale verranno eseguiti importanti lavori di restauro delle collezioni e di manutenzione degli ambienti. Nelle ultime due giornate di apertura il Museo sarà accessibile dalle ore 10:00 alle ore 20:00 nella giornata di sabato 13 luglio e dalle ore 10:00 alle ore 18:00 nella giornata di domenica 14 luglio.
Approfittando dell’ultima occasione per un momento di incontro e saluto prima della pausa estiva, sabato 13 luglio, a partire dalle ore 17:00, il Museo per la Storia, insieme al Museo Camillo Golgi, offrirà ai visitatori una speciale riedizione della visita guidata a tema “Alla scoperta della medicina pavese nel Palazzo Botta e nel Palazzo Centrale dell’Università di Pavia”.
La visita sarà un omaggio a fronte dell’acquisto di un biglietto 6Musei dal costo di 6€, che consentirà ai partecipanti un accesso a ciascuno dei musei del Sistema Museale d’Ateneo, nell’arco di un mese. Il punto di ritrovo sarà alla biglietteria di Kosmos – Museo di Storia Naturale, in Palazzo Botta Adorno Antoniotto, alle ore alle 16:45.
Partendo da Palazzo Botta, la visita condurrà attraverso i luoghi dell’Università di Pavia di maggior rilievo per la storia della medicina pavese, nazionale e internazionale.
Il Museo Camillo Golgi accoglierà i visitatori con un’ambientazione d’epoca, ricca di fascino ed emozioni, che ha preservato l’atmosfera di un laboratorio scientifico fiorito tra la fine del XIX e i primi trent’anni del Novecento, ospitato nelle sale per lungo tempo.
L’incantevole Aula Golgi, dove il premio Nobel per la Medicina Camillo Golgi conduceva le sue lezioni, e le sale del museo, in cui sono preservati mobilio e strumenti originali, consentiranno di scoprire insolite vicende e brillanti innovazioni di cui sono state teatro: dalla rocambolesca sortita notturna con la quale Achille Monti provvide al trasporto nelle sale di Palazzo Botta del Laboratorio di Patologia Generale, alla scoperta dell’apparato di Golgi, inizialmente osservato solo da Golgi stesso e quindi oggetto di critiche da parte dei colleghi, passando per la garbata relazione nata dal lavoro comune di Adelchi Negri e Lina Luzzani, sfociata nel matrimonio poi tragicamente interrotto, insieme ai promettenti studi sulla rabbia, dalla prematura morte di lui.
La visita proseguirà poi nel Palazzo Centrale dell’Università di Pavia, dove le sale del Museo per la Storia dell’Università ospitano preziose testimonianze del lungo percorso della medicina a Pavia a partire dal XVIII secolo. Gli ambienti storici, attraverso la ricca collezione di preparati anatomici anche patologici, gli splendidi strumenti d’epoca, gli appunti e i disegni con cui instancabili ricercatori come Camillo Golgi e Antonio Scarpa fissavano su carta la memoria delle proprie osservazioni racconteranno gli impressionanti avanzamenti della tecnica e della conoscenza in ambito medico. Fan mostra della propria bellezza le cere anatomiche settecentesche a figura intera del ceroplasta fiorentino Clemente Susini, gli strumenti in vetro e metallo sviluppati da Carlo Forlanini per lo pneumotorace artificiale che permetteva il primo trattamento efficacie della tubercolosi e le cassette di strumenti chirurgici donate dall’Imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena ad Antonio Scarpa per intercessione di Giovanni Alessandro Brambilla che raggiunse l’apice della sua carriera come Chirurgo Personale dell’Imperatore; Brambilla non aveva dimenticato né le proprie origini pavesi né le difficoltà, che si era adoperato per alleviare, dei giovani chirurghi, spesso poco preparati e mal attrezzati.
Ultima tappa del percorso, l’aula storica dedicata ad Antonio Scarpa, grande anatomista che a cavallo tra settecento e ottocento insegnò e condusse la sua attività di ricerca all’Università di Pavia. L’aula semicircolare, un tempo Teatro Anatomico, era dedicata alle lezioni di anatomia e alle autopsie con le quali venivano mostrate le parti del corpo oggetto di studio ed è arricchita di preziosi affreschi che illustrano la strumentazione donata da Brambilla all’Università di Pavia.